Progetto HYDRO
Le missioni
Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie
L’accesso ad acqua pulita è fondamentale per il mondo in cui desideriamo vivere. Il nostro pianeta ha abbastanza risorse idriche per soddisfare questo bisogno, ma a causa di infrastrutture inadeguate o cattiva gestione economica, milioni di persone, principalmente bambini, muoiono ogni anno a causa di malattie legate alla scarsa qualità dell’acqua, ai servizi igienici e all’igiene insufficiente.
La mancanza e la bassa qualità dell’acqua, insieme a sistemi sanitari inadeguati, influiscono negativamente sulla sicurezza alimentare, sui mezzi di sussistenza e sulle opportunità educative delle famiglie povere in tutto il mondo. La siccità colpisce alcuni dei paesi più poveri, esacerbando la fame e la malnutrizione.
Entro il 2050, si prevede che almeno una persona su quattro sarà affetta da carenza cronica o ricorrente di acqua potabile.
Gli scienziati giapponesi lanciano l'allarme: le microplastiche sono presenti anche nelle nuvole e potrebbero avere un impatto sul clima.
Le microplastiche sono diventate uno dei problemi ambientali più gravi degli ultimi anni. Sono presenti praticamente ovunque: nei pesci delle profondità oceaniche, nel ghiaccio marino artico, nelle nevi dei Pirenei tra Francia e Spagna. Le troviamo nella frutta che mangiamo, nell’aria che respiriamo, nel nostro flusso sanguigno e persino nel nostro cuore.
Un team di scienziati giapponesi, alla ricerca di questo inquinante invisibile, è salito sulle pendici del Monte Fuji e del Monte Oyama, scoprendo la presenza di microplastiche perfino nell’acqua ottenuta dalla condensazione del vapore acqueo delle nubi. Sono stati identificati fino a nove tipi diversi di microplastica, con dimensioni variabili da 7,1 a 94,6 micrometri. Ogni litro di acqua raccolto contiene fino a 13 pezzi di plastica.
Questa nuova e sconcertante scoperta suggerisce che il problema ambientale delle microplastiche potrebbe diventare anche un problema climatico. Alcuni polimeri, infatti, hanno capacità igroscopiche, cioè tendono ad attrarre acqua. Ciò significa che, mescolati all’aria dell’atmosfera, potrebbero fungere da nuclei di condensazione e avere un ruolo importante nella formazione delle nubi. Il gruppo di ricerca giapponese ritiene che queste microplastiche possano influenzare il cambiamento climatico, anche se non è ancora chiaro in che misura. Sono necessari ulteriori studi approfonditi per quantificare questo nuovo e significativo fattore di rischio.
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